Cannabis light: le 5 domande più frequenti

Da diversi anni a questa parte, quando si guarda ai business emergenti in Italia è impossibile non chiamare in causa il mondo della cannabis light. Anche se, come vedremo, è da un po’ di tempo che i prodotti che la vedono come ingrediente principali sono disponibili sul mercato, sono ancora tanti gli interrogativi da sviscerare.

Quali sono i più frequenti? Scopriamo assieme 5 tra le domande più frequenti sulla cannabis light legale.

La cannabis light legale ha effetti psicoattivi?

Per lungo tempo, l’immagine della cannabis è stata legata in maniera indissolubile allo sballo fisico e mentale. Bene, con la cannabis light legale in Italia – fuori dall’ambito terapeutico – si va oltre a questa situazione in quanto, come previsto dalla Legge 242/2016, la pianta non ha effetti psicoattivi.

Il testo normativo appena citato consente infatti la coltivazione e la commercializzazione di cannabis caratterizzata da una percentuale di THC, principio attivo notoriamente psicoattivo, non superiore allo 0,2. Per dovere di completezza è bene specificare che, dal momento che per i produttori è tutto tranne che facile mantenere la soglia in questione, il legislatore considera un margine di tolleranza fino allo 0,6%.

La canapa legale a basso contenuto di THC ha effetti terapeutici?

Come già detto, non stiamo parlando di cannabis terapeutica. Quest’ultima, infatti, fa riferimento a un testo normativo entrato in vigore dieci anni prima rispetto a quello citato nel paragrafo precedente.

La cannabis light si può comprare online?

La cannabis light si può comprare online legalmente. E-commerce come Cbdmania.it operano senza problemi da anni e, negli ultimi mesi, hanno visto i loro fatturati decollare sulla scia dell’emergenza sanitaria e della necessità di trovare soluzioni per affrontare lo stress (molto efficace a tal proposito è l’olio di CBD o cannabidiolo, il  principio attivo più famoso dopo il THC).

Nel momento in cui si chiama in causa l’effetto rilassante dei prodotti a base di cannabis light, è basilare sottolineare che non sono in grado di curare la depressione, che si configura invece come una vera e propria patologia che richiede la professionalità di uno psicoterapeuta.

La coltivazione domestica è consentita?

Abbiamo già fatto cenno alla possibilità di coltivare in casa la cannabis light legale. Essenziale è però che i semi acquistati siano corredati di certificato di iscrizione al Registro Europeo delle Sementi (da conservare, non obbligatoriamente, per circa 6 mesi dopo l’acquisto).

La canapa è una pianta sostenibile?

Tra i fattori che hanno decretato il successo dei prodotti a base di cannabis light rientra anche il livello di sostenibilità della pianta. Quando si parla del suo rapporto con l’ambiente, è necessario rammentare che si tratta di una pianta resiliente, capace di crescere anche in condizioni apparentemente ostili. Alla luce di ciò, le sue coltivazioni non sono un problema per quanto riguarda il consumo di suolo. Inoltre, numeri alla mano, la canapa richiede molta meno acqua del cotone. Per rendersi conto della situazione, basta rammentare che, quando si parla di quest’ultima fibra, si inquadra la necessità di circa 9,7 kg d’acqua per singolo kg. Nel caso della canapa, invece, ne servono mediamente 2,1.

Tra gli altri motivi per cui la canapa può essere definita una pianta sostenibile rientra il fatto che, per crescere, non ha bisogno di pesticidi. Per quanto riguarda invece le peculiarità del risultato finale della lavorazione delle fibre, ossia il tessuto, è oggettiva la maggior morbidezza del cotone.

Degno di nota è però un altro aspetto, ossia il fatto che, man mano che viene utilizzato e lavato, il tessuto realizzato con fibra tessile di canapa tende ad ammorbidirsi, palesando, rispetto al cotone, una resistenza più alta ai lavaggi e all’usura del tempo.